In tre a processo per il crollo della casa dove si salvò Marta

L’AQUILA – Saranno processati in tre per uno dei crolli nel sisma aquilano del 6 aprile 2009, quello che fece registrare uno dei più alti bilanci in termini di vittime, ben 17. Gli ingegneri Diego De Angelis, direttore dei lavori e amministratore del condominio, e Davide De Angelis, colludatore, oltre ad Angelo Esposito il titolare dell’impresa che eseguì i lavori, saranno processati il 1° aprile per omicidio colposo, disastro colposo, lesioni colpose e crollo di costruzioni. L’edificio è la famigerata palazzina di via generale Francesco Rossi, dove tra tanto dolore per una tragedia di così grandi dimensioni, i soccorritori gioirono quando estrassero salva miracolosamente, dopo 23 ore sotto le macerie, la studentessa teramana Marta Valente, 24enne di Bisenti, oggi ingegnere dopo la laurea conseguita lo scorso mese di dicembre proprio all’università dell’Aquila. Marta sarà tra le 45 parti civili che oggi il gup del tribunale dell’Aquila, Marco Billi, ha accolto nel procedimento. Tra le 17 vittime c’erano anche quattro compagne di appartamento di Marta, anche loro teramane. Il condominio crollato, in muratura, aveva circa cinquant’anni. Per gli investigatori non ci sono stati errori nella costruzione, piuttosto si pone l’accento su illeciti che sarebbero stati commessi durante una ristrutturazione avvenuta nel 2000. In particolare, il tetto sarebbe stato appesantito durante i lavori, operazione che per l’accusa ha aumentato il peso e quindi causato il crollo dopo il sisma delle 3.32. Contestate anche mancate misurazioni statiche e collaudi.